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Il viaggio dentro: stare, restare, tornare, cambiare

Un reportage fotografico sulla storia delle sponde meno conosciute del viaggio migratorio

Il reportage fotografico Il viaggio dentro: stare, restare, tornare, cambiare è la storia delle sponde meno conosciute del viaggio migratorio, dove nessuna esclude l’altra: la sponda delle donne che stanno a casa tra precarietà, assenze e riscatti quotidiani; la sponda di chi decide di restare, di costruire e immaginare lì il proprio futuro; la sponda di chi torna perché l’altra sponda non lo vuole; la sponda di chi desidera comprendere per cambiare. Del complesso fenomeno della migrazione, il reportage fotografico mostra gli aspetti meno evidenti all’occhio occidentale, addentrandosi nei luoghi da cui i migranti hanno deciso di partire.

Siamo in Mali nella regione rurale di Koulikoro a circa 100 Km dalla capitale Bamako, dove il fotografo Paolo Saglia ha seguito, tra aprile 2019 e febbraio 2020, lo sviluppo di una campagna di sensibilizzazione per i giovani maliani, che guardano alla migrazione come unica alternativa ad una situazione apparentemente stanziale, senza sviluppi, senza opportunità. Una campagna costruita insieme alle comunità locali, veicolata attraverso spot e incontri in radio, la produzione di una canzone rap scritta da un gruppo maliano e uno spettacolo itinerante di teatro di sensibilizzazione, che ha toccato 15 villaggi rurali. Il titolo dello spettacolo Tunka, la parola che unisce tutte le sponde (Tunka in lingua bambara significa “avventura”, il termine più utilizzato in Mali per parlare del viaggio migratorio), invita la comunità tutta a partecipare, a confrontarsi e a riflettere, per innescare un cambiamento positivo.

La storia della migrazione è una storia lunga, fatta di vecchi e nuovi modelli di rappresentazione, dove la comunità partecipa, perché la migrazione è una grande impresa, un evento collettivo e individuale, condizionato da un complesso insieme di fattori, risultato di dinamiche che si muovono e interagiscono l’una con l’altra. Per comprenderle, occorre vedere mettendosi ad altezza delle donne, degli uomini, dei ragazzi, delle ragazze, dei bambini, delle famiglie e degli anziani, che incontriamo lungo le sponde di Il viaggio dentro: stare, restare, tornare, cambiare così da arricchire anche noi la nostra visione, che restituisca dignità e liberi energie per fare della migrazione una scelta piuttosto che una necessità.

Il reportage fotografico di Paolo Saglia è stato realizzato nell’ambito del progetto AwArtMali, un progetto della Ong Tamat finanziato dall’Asylum, Migration and Integration Fund (AMIF) della Commissione Europea, in partenariato con Fondazione ISMU, Giusti Eventi, Farneto Teatro, Cardet, Congenia, Instrategies.

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